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Raphaël Castoriano: Mangiare l’Arte

Kreëmart sottrae gli artisti contemporanei dal loro solito processo creativo, dando come ultima provocazione il mezzo dello zucchero. Abbiamo incontrato il suo fondatore che ci ha raccontato come è nata l’idea di creare collaborazioni con artisti contemporanei per realizzare arte edibile.
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Kreëmart sottrae gli artisti contemporanei dal loro solito processo creativo, dando come ultima provocazione il mezzo dello zucchero. Kreëmart non pone limiti alle concezioni degli artisti, curano l’idea insieme all’artista e li associano ai migliori pasticceri per realizzare le loro opere d’arte nel modo più fedele possibile.

I progetti realizzati fino ad ora da Kreëmart sono stati presentati in tutto il mondo sotto forma di “happening artistici”. Il pubblico interagisce con l’opera d’arte in modo diretto e viene invitato a ingerire e digerire letteralmente e concettualmente le creazioni degli artisti. La natura dell’evento è effimera, così come l’esperienza del piacere che ne deriva. Kreëmart presenta un’edizione artistica limitata e commestibile, in modo che sia il pubblico stesso a decidere se l’esperienza dell’opera o l’opera in sé ha più valore – mangiare o non mangiare.

Kreëmart è stato fondato e creato nel 2009 da Raphaël Castoriano, un consulente d’arte contemporanea di New York City. Lui e il suo team hanno creato una piattaforma per gli artisti per ampliare la loro comprensione del proprio lavoro e per fornire al pubblico un’esperienza distintiva dell’arte contemporanea. Dopo oltre vent’anni di esperienza nel mondo dell’arte contemporanea,  tra i suoi amici e collaboratori annovera Maurizio Cattelan, Rirkrit Tiravanija, Vik Muniz, Terence Koh, Kalup Linzy, Anselm Reyle, Richard Tuttle e molti altri artisti affermati ed emergenti.

Raphaël Castoriano abbina artisti e pasticceri per quelle che possono essere descritti solo come dessert d’edizione, performance, dessert-evento. Per una delle sue prime uscite, nel 2009, in occasione di un evento “American Patrons of Tate” alla galleria Haunch of Venison, Mickalene Thomas ha realizzato, per gli ospiti, piccole fette di torte di velluto rosso riempite di rum. L’artista argentino Leandro Erlich ha realizzato una replica esatta di un divano di Mies van der Rohe; per mangiarlo è stato necessario accovacciarsi sul pavimento. Alla presentazione del Toilet Paper Book, Maurizio Cattelan, ha servito un incredibile torta di gelato e marzapane che dà l’impressione di essere stata usata come posacenere.

I suoi progetti coprono una vasta gamma di sfumature dell’approccio artistico. Marina Abramovic è stata la prima protagonista dei Pastry Portrait, ritratti che sintetizzano il gusto di una persona in un macaron. Sempre con l’artista serba ha realizzato una torta in scala 1:1 di una riproduzione del corpo di Debbie Harry, cantate dei Blondie, al MOCA di Los Angeles.

Nella vita ti occupi di arte e sei passato a collaborazioni esplorando il materiale dello zucchero. Quando hai intrapreso questo percorso e com’è iniziato tutto?

Il mio coinvolgimento con il mondo dell’arte dura da sempre. Per molto tempo ho lavorato come art dealer, ma anche a progetti di curatela e simili. L’idea è arrivata quando nell’anno 2009, durante il suo periodo di avviamento come istituzione, la Tate Modern si recò a New York in cerca di mecenati. Io venni contattato per introdurre persone e collezionisti della scena di New York, e per questo organizzammo una cena al Sant’Ambroeus che aveva allora riaperto a New York, dal momento che Ginevra Caltagirone – una dei mecenati – ne era la proprietaria. Alla cena, alla cui organizzazione aveva partecipato anche Claudia Cisneros, portai tre artisti e offrii loro le risorse per fare un dolce. Da lì il nome Kreëmart. Gli artisti erano Ghada Amer, Reza Farkhondeh, Teresita Fernández e Vik Muniz.

Di cosa si occupa nello specifico Kreëmart? 

Kreëmart è l’agente provocatore della consumazione sperimentale, che impiega lo zucchero come risorsa e mezzo, spingendo le menti creative fuori dalla propria comfort zone. Kreëmart fornisce agli artisti il mezzo dello zucchero da poter utilizzare per creare arte. A Kreëmart siamo anche situazionisti, ci piace metterci in molte situazioni e collaboriamo con altri artisti.

Perché l’arte e lo zucchero si incontrano?

Piuttosto direi “dove”, non “perché”. Tutte le risorse, i mezzi, semplicemente se ne stanno lì, fino a quando un artista decide di farne uso e di ottenerne una forma di arte. Quindi c’è lo zucchero e c’è l’artista, che lo trasforma in arte. 

Hai collaborato con artisti del calibro di Maurizio Cattelan, Ryan McNamara, Rirkrit Tiravanija, Valeska Soares, per citarne solo alcuni. Qual’è stato il progetto più sfidante e il più ambizioso da realizzare?

Tutti i progetti che ho ideato e a cui ho partecipato sono stati e sono ambiziosi. Io ho imparato molto, loro hanno imparato molto, ci siamo tutti spinti fuori dalla nostra comfort zone. Ed è proprio quando ci si trova nel limbo che avviene la creazione dell’arte, quella vera.  

Nel 2017 hai dato il via a un nuovo progetto: i Pastry Portrait. Il primo di questi esperimenti è nato con l’artista performativa Marina Abramovic e in collaborazione con Ladurée. Com’è nata l’idea di racchiudere l’essenza di una persona all’interno di un macaron? Con quale processo vengono realizzati?

Si, era il 2017 quando il mio nuovo progetto Pastry Portrait ebbe inizio, ma stavo già lavorando a questa idea da almeno tre anni, diciamo dal 2014. Il processo è molto semplice, si tratta di identità nella forma del gusto. Così inventai il Papillae Questionnaire, una serie di domande che vengono consegnate al soggetto in questione. Una volta che il soggetto avrà risposto, avremo una conversazione di un’ora e dopo tre mesi ciascun soggetto riceverà cinquecento macaron congelati – in seguito al pagamento di una quota – custom made, creati rispettando la sua volontà rispetto a come colorarli, dipingerli, disegnarli, o qualsiasi altra cosa farne.

L’idea l’ho avuta lavorando con molti artisti utilizzando questo mezzo. In realtà, semplicemente si è manifestata. Volevo gustare un essere umano e lavorare con l’essenza del gusto. Lo volevo fare da molto tempo.

Il 27 settembre 2018, a Rolle in Svizzera, verrà presentato “Mind Blow”, un nuovo progetto di arte, scienza e gusto realizzato insieme all’artista Tony Oursler e al neuroscienziato Idan Segev, di cosa si tratta? Puoi anticiparci qualcosa? Com’è nata l’idea e la collaborazione con Tony Oursler? 

Mind Blow crea un’opera d’arte concentrandosi su uno dei cinque sensi: il gusto. Insieme all’artista Tony Oursler inviteremo il pubblico alla condivisione di un’esperienza sensoriale. Mind Blow esplora i meccanismi di una mente creativa e costituisce il ritratto del suo soggetto, Tony Oursler. La tecnomanzia estetica ed interattiva di Oursler non solo rivela i fantasmi nella macchina, ma anche l’impatto psicologico dell’immersione a capofitto dell’umanità nel cyberspace.

Mind Blow debutterà in anteprima mondiale il 27 Settembre 2018 al Rosey Concert Hall di Rolle, in Svizzera, più informazioni e biglietti per l’evento sono disponibili sul sito roseyconcerthall.ch

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