Nel cuore di Milano, a un passo da Brera, da un lato, e dal Quadrilatero della Moda, dall’altro, Claudio Sadler ha aperto il suo nuovo ristorante nei locali di un affascinante palazzo Liberty del 1913, che oggi ospita le elegantissime ed esclusive stanze dell’Hotel Casa Baglioni. Nella vecchia sede sul Naviglio è rimasta la Trattoria Moderna, l’altro ristorante milanese del celebre Chef stellato: “Sono voluto tornare a respirare l’aria del centro della mia città, racconta Sadler, in un momento in cui è tornato un genuino entusiasmo per l’alta ristorazione, dopo gli anni bui che abbiamo attraversato: è un’attenzione che però, rispetto al passato, si manifesta in modo più consapevole e maturo e che per questo la ritengo in armonia con il mio stile e la mia proposta”.
La cucina di Sadler ha sempre avuto, attraverso gli anni, un’identità molto precisa, con un forte legame alla tradizione italiana, personalizzata in modo creativo ma senza essere mai snaturata: “Noi (parlo al plurale perché l’apporto di tutti i miei collaboratori è fondamentale) lavoriamo per valorizzare al massimo le ricette e gli stimoli dei territori, prosegue Sadler, cercando di offrire al Cliente piatti di alto livello, che non gli facciano mai dimenticare il paese in cui si trova. Anzi: a Milano come a Venezia, a Monza come in Sardegna, in tutti i nostri ristoranti desideriamo che il Cliente sia attirato proprio dalla certezza di trovare la territorialità, naturalmente in un contesto di alta gastronomia”.
“Per questo, spiega, in Sardegna ho voluto uno chef sardo, così come a Venezia uno veneziano e a Monza un monzese, coadiuvati peraltro da sous-chef di origine diversa: barese a Venezia e spagnolo al Circolino di Monza, dove è nato uno stimolante menu ispano-brianzolo, tutto da scoprire”.
Naturalmente, la cifra stilistica di Claudio Sadler caratterizza tutti i suoi ristoranti e a questo lo chef tiene moltissimo: “Guardando al futuro, confessa, vorrei che la mia insegna continuasse anche quando non sarò più tutti i giorni in cucina come ora, che restasse un punto di riferimento per chi cerca una cucina che sia al tempo stesso realmente creativa ma anche concreta: per questo lavoro molto per creare una cultura condivisa con i miei collaboratori, tutti professionisti di alto livello, di cui sono molto orgoglioso”.
In questo contesto, una menzione particolare va riservata a Mario Ippoliti, giovane sommelier abruzzese: un perfetto blend di temperamento vulcanico e rigore professionale, talento e passione, entusiasmo e capacità di lavorare in armonia con la cucina dello Chef. Il rapporto tra i piatti e il vino è come un dialogo o, meglio, una conversazione, in cui si alternano concordanze e lievi contrasti, relax e momenti più impegnativi. Le sue scelte e i suoi consigli non sono mai convenzionali ma al tempo stesso tengono sempre i piedi ben piantati sul terreno delle regole del suo mestiere. Grande investigatore del mondo del vino, Ippoliti ama scoprire e proporre prodotti di piccole cantine di eccellenza, realtà meno note ma che, proprio per questo, sono vere e proprie perle di fascino e qualità.