Dalla terrazza del suo ristorante si dominano i tetti di una Milano che, anche se non è più da bere, è sempre molto attenta a quello che mangia. “Solo a Milano poteva nascere un locale come questo, spiega Matteo Torretta, chef di Asola, in cima al palazzo del luxury department store Brian & Barry, dove in ogni dettaglio – dalla cucina a vista alla sala con i posti a sedere al banco, dal servizio al menu e alla carta dei vini – si respira l’aria vibrante della città più internazionale d‘Italia”.
Ed è in locali come questo che la Milano gastronomica dà il meglio di sé, sintetizzando perfettamente i piatti della tradizione con le esigenze di una clientela che si dà appuntamento qui in occasione delle sue trasferte nella capitale lombarda.
Matteo Torretta ha preso le redini di Asola sei anni fa, poco più che trentenne ma già con un curriculum di prim’ordine. L’opportunità che gli è stata offerta è stata una magnifica intuizione della proprietà: due anni prima di Expo 2015, l’aria che si respirava in città era diversa, ma si sa: gli imprenditori migliori sanno cogliere prima degli altri i segnali del vento che cambia.
E fu così che Matteo è entrato a fare parte di una squadra vincente: “Ognuno ha il proprio ruolo, spiega: io guido la cucina, mentre altri conducono il locale in tutti i suoi aspetti, dalla sala alle attività più propriamente imprenditoriali. Ciascuno deve fare bene il proprio mestiere ed è proprio dall’armonia tra i ruoli che nasce la squadra perfetta, la ricetta per un successo che si confermi negli anni”.
Come definirebbe Matteo Torretta la sua cucina, se dovesse usare solo tre parole: “Istintiva, semplicemente complessa, mediterranea, risponde (in realtà le parole sono quattro, ma va bene così …).
“È risultato di un mélange culturale acquisito negli studi, a Milano, e poi in un collage di esperienze in Francia (a Parigi), Belgio e Spagna (a San Sebastiano, nei paesi Baschi: una delle capitali gastronomiche del paese).
“Ascoltare, assimilare, apprendere, riflettere, elaborare: queste sono state le linee guida del mio percorso professionale; io sono sempre stato pronto a imparare da chi è più esperto di me, non solo per quanto riguarda gli aspetti professionali del mio lavoro ma anche e soprattutto sotto il profilo umano, perché nel nostro mestiere la componente personale è fondamentale, per entrare in sintonia con i Clienti, per cogliere l’evoluzione dei loro gusti e per sapersi adeguare, accompagnandola e guidandola, senza subirla e senza snaturarsi”.