È uno dei templi della ristorazione milanese. Uno dei locali che hanno costruito il mito di Milano capitale italiana del pesce fresco: a differenza delle città di mare, infatti, la disponibilità di pesce è maggiore e la scelta è più ricca, perché la fornitura è articolata su diversi porti e quindi non dipende dall’andamento quotidiano della pesca.
Ed è ancora così: nelle sale eleganti di A’Riccione sembra che il tempo non sia trascorso. O meglio: il passato parla ancora attraverso i ricordi lasciati da generazioni di clienti e personaggi importanti che qui hanno trascorso le loro più belle serate, ma la freschezza, non solo del pesce, si respira nell’aria. Il locale è assolutamente al passo con i tempi, il servizio è perfetto, con un cocktail di esperienza e dinamismo che mette il cliente totalmente a proprio agio. D’altro canto, questi due ingredienti, tradizione e modernità, perfettamente assemblati, sono alla base dell’eterno successo turistico della località da cui il locale prende il nome.
Patron del locale, Dante Di Paolo, con il suo innato calore e con la sua capacità di intuire e assecondare le richieste degli ospiti, è il protagonista della sala. A lui si deve la costanza della qualità delle materie prime e il dosaggio sapiente, nel menù, di elementi innovativi, inseriti con la massima attenzione a non allontanarsi mai troppo dalla via che ha portato e porta al successo di A’Riccione. Un esempio? L’equilibrio delle porzioni, che sono al passo con la moderna tendenza a ridurle, ma al tempo stesso sono soddisfacenti anche dal punto di vista quantitativo.
“Come tutti”, racconta, “abbiamo vissuto con difficoltà i lunghi mesi del primo e del secondo lockdown, ma il rapporto con i nostri clienti non si è mai allentato e sapevamo che, alla prima possibilità, ci saremmo ritrovati, amici come prima, a condividere il piacere da parte nostra di servirli e da parte di loro di apprezzare il nostro lavoro di ristoratori”.