A Matteo Albieri piace raccontare la sua avventura di ristoratore coi toni di una favola, di quelle che iniziano con un beneaugurante “c’era una volta”. E, come tutte le favole, anche la sua ha un lieto fine sebbene, nei fatti, non sembra proprio che il cammino sia arrivato al termine. Anzi: il bello deve ancora venire.
La storia di Albieri è quindi quella di un ragazzo che aveva un desiderio da realizzare: quello di comprarsi un motorino. E, per raggranellare il denaro che gli occorreva, il giovane iniziò a lavorare nella ristorazione. Dapprima con compiti semplici, lavoretti (comunque indispensabili) e via via sempre più complessi. Ben presto, quel lavoro iniziato quasi per caso iniziò a piacergli fino a tramutarsi in vera e propria passione. E il motorino passò in secondo piano.
Passione, talento e costanza, sono gli ingredienti fondamentali per avere successo e fu così che, in capo a qualche anno, Matteo Albieri realizzò il suo nuovo sogno aprendo, a Besana in Brianza, in provincia di Monza, un gioiellino di locale, che ha chiamato Perché Sì: “Ho scelto la mia direzione tanto tempo fa, ma non so la destinazione in cui mi porterà; per questo, rispondo a chi ancora non ci sta capendo: perché sì!”.
La storia di questo locale risale all‘Ottocento, quando in via Vittorio Emanuele, a Besana, c’era la Taverna Camillina, che aveva una zona inferiore in cui erano stoccate le botti di vino: una cantina, articolata in vari locali e con un pozzo antichissimo che fungeva da riserva d’acqua per tutto l’edificio sovrastante.
Ed è proprio in questi locali, in cui non sono più immagazzinate le botti, che Matteo e il suo staff accolgono i loro ospiti. La cisterna, le pietre e le arcate sono rimaste come un tempo, a testimonianza di 150 anni di storia del territorio.
A proposito di tradizione, va ricordato che proprio nella via Vittorio Emanuele, nel XIX secolo si teneva l’importantissimo mercato dei maiali. Il tempo è passato, ma il mercato di Besana è attivo ancora oggi e si fa sempre in via Vittorio Emanuele.
Che dire del menù? Grande attenzione alle materie prime, con i piatti di mare (ottimi) che, per numero, prevalgono leggermente su quelli di terra (anch’essi ottimi). La cifra stilistica della cucina del Perché Sì è l’equilibrio: le proposte sono semplici e ricercate al tempo stesso, con preparazioni creative ma senza eccessi. In pratica una cucina mai banale ma senza estremismi o provocazioni sensoriali. E questo rende anche più facile l’abbinamento dei vini. Infine, poiché il valore di uno chef si valuta anche (soprattutto) dalle preparazioni apparentemente più semplici, non possiamo non sottolineare come l’hors-d’oeuvre di alici fritte sia superlativo (anche per l’elegante presentazione)!