20 anni e non sentirli: il Gavi DOCG si veste a festa
Un importante compleanno quello del Gavi, che festeggia i suoi 20 anni DOCG con una nuova etichetta istituzionale, realizzata appositamente dall’artista milanese Serena Viola, ma altrettanto di rilevo è l’anniversario del suo Consorzio di Tutela, giunto al suo 25° traguardo. Vino e associazione vanno a braccetto percorrendo percorsi comuni, volti al miglioramento e alla sostenibilità ambientale della produzione vitivinicola, alla vigilanza nella commercializzazione in Italia e all’estero e alla valorizzazione e promozione dell’immagine del Gavi attraverso la partecipazione a fiere e all’organizzazione di corsi e workshop.
Tra Liguria e Piemonte
Importante bianco piemontese, in terre votate al rosso, dalle diverse declinazioni (fermo, frizzante, spumante e riserva) il Gavi è vinificato da più di 80 produttori appartenenti a 11 comuni alessandrini della zona meridionale del Piemonte, al confine con la Liguria. L’uvaggio, Cortese autoctono al 100%, è coltivato all’interno di un’area geografica prevalentemente collinare dove si incontrano i venti che soffiano dal mar ligure e le nevi dell’Appennino, conferendo al Gavi caratteristiche di profumo e corpo pressoché uniche, grazie a inverni freddi e a estati calde e ventilate.
Una storia antica e d’eccellenza
Risale al 972 la prima testimonianza scritta del Gavi (si narra che il nome del vitigno e della cittadina si debba alla principessa Gavia che nel 528 lì trovo rifugio dall’iracondo padre Clodomiro, re dei Franchi): un documento testimonia l’affitto di vigne a cittadini gaviesi. Di lì inizia una lunga storia d’eccellenza che convince, nel 1782, il marchese Giovanni Andrea Doria a spedire il Gavi in America con un bastimento e, nel 1798, il Conte Nuvolone a redigere la stesura della prima ampelografia dei vitigni coltivati in Piemonte citando l’uvaggio Cortese che, nel 1896, vede i suoi primi impianti specializzati. Pochi anni dopo, nel 1869, la prima commissione ampelografica dell’alessandrino stila una descrizione del Cortese definendolo particolarmente adatto alla spumatizzazione, grazie all’opera dell’enologo Luigi Oudard. Infine, nel 1924, Arturo Marescalchi, nella sua guida Vini Tipici d’Italia, definisce “bianchi tipo Gavi” i vini ottenuti da uve Cortese.
Il Gavi nel mondo
Più di 1500 sono gli ettari di vigneti a lui destinati; le esportazioni, in oltre 70 paesi nel mondo, rappresentano circa l’85% della produzione totale, a conferma di un alto indice di gradimento e notorietà sia da parte dei consumatori esteri sia dalle più celebrate guide di settore. Nel Regno Unito, Stati Uniti, Giappone e Germania il Gavi è presente da tempo nella fascia top premium della ristorazione, mentre un mercato in grande espansione è quello rappresentato dai paesi dell’est Europa (Russia, Ucraina e Serbia su tutti) senza dimenticare però Hong Kong, Libano, Filippine, Dubai fino ad arrivare a Trinidad & Tobago.