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Abbiamo incontrato Lexie Smith, l’artista newyorkese che usa il pane come suo medium

L’artista newyorkese usa il pane come suo materiale infinitamente versatile, sperimentando texture, colori e forme fino a quando un’ idea malleabile comincia a prendere una forma (deliziosa). Abbiamo parlato di Bread on Earth, un progetto che esplora le numerose iterazioni del cibo provenienti da tutto il mondo.
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Guardando il pane possiamo vedere gli strati della condizione umana” è così che Lexie Smith descrive il suo progetto. L’artista newyorkese usa il pane come suo materiale infinitamente versatile, sperimentando texture, colori e forme fino a quando un’ idea malleabile comincia a prendere una forma. Con un passato nella pasticceria e panificazione, artista e scultore, attualmente sta lavorando su Bread on Earth, un progetto che esplora le numerose iterazioni del cibo provenienti da tutto il mondo. L’abbiamo intervista sul suo lavoro e la possibilità di creare una rete del pane per poterne mappare tutte le tipologie esistenti ed esistite al mondo.

Bread on Earth è un progetto artistico basato sulla comunità e che usa il pane come lente per vedere il mondo…

Il pane è un elemento fondamentale delle comunità umane, una stasi tra il passato, il presente e il futuro. Questo lo rende un eccellente barometro del cambiamento. Guardando il pane possiamo vedere gli strati della condizione umana – non ci sono molti oggetti umili che ci danno una visione così ampia. E così accade che in questo momento il pane è sotto attacco, quindi si sente ancora di più l’esigenza di studiarlo e fare domande. Quindi ho deciso di fare ricerche negli archivi e attraverso testimonianze di prima mano, e tutto ciò che c’è in mezzo, per imparare ciò che il pane ci racconta della “storia più grande. Sto raccogliendo nomi di tipi di pane regionale provenienti da tutto il mondo nel tentativo di mappare il maggior numero possibile. Ciascuno di essi sarà collegato ai loro familiari. È uno sforzo per mappare l’inarrestabile – il passaggio delle idee e della proprietà attraverso il tempo, la tecnologia, l’imperialismo, la religione, ecc. Ci vorrà molto tempo!

Quando e perché hai iniziato?

Ho iniziato intensamente a creare la Bread Web (la mappa dei tipi di pane) circa un anno fa.  Avevo fatto pane per un po’ di tempo ed ero diventata ossessiva al riguardo, come molte persone che entrano in questo loop. Ma non potevo fare a meno di pensarci più concettualmente, astrattamente, come una parte più ampia della mia opera d’arte. Con l’ascesa simultanea di Trump e il movimento gluten-free, improvvisamente si sentiva pressante la necessità di cementare questo impegno per vedere le nostre somiglianze e le nostre identità individuali fianco a fianco.

Perché il pane?

Come ho detto, trovo che il pane sia un simbolo incredibilmente ricco dell’esperienza umana. È metaforicamente potente, ma è altrettanto forte nella sua forma letterale e fisica. Ognuno ha un rapporto personale con esso, ma è anche probabilmente il cibo più universale. Qualcosa di così ferocemente personale e onnipresente porta a conclusioni curiose.

Puoi raccontarci di altri progetti legati a Bread on Earth?

Sto lavorando su una serie di progetti stampati – collezioni di immagini, documenti d’ archivio, ricette, eccetera, in varie forme, che coinvolgono collaboratori provenienti da tutto il mondo. Non si tratta proprio di pane, alla fine. Si tratta della confluenza di input da quante più prospettive e materiali possibili.

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