Grandi Chef donne? Più ce ne sono e meglio è! “Perché una reale diversità di genere, equamente proporzionata e assemblata, è fondamentale per il progresso, lo sviluppo e la ricchezza di ogni settore. E quello della cucina non fa eccezione. Anzi!” mi racconta Cristina Bowerman. La chef, che guida a Roma lo stellato Glass Hostaria, ha idee molto precise sull’importanza di valorizzare le donne nell’alta gastronomia: “Non è questione di quote rosa, di creare corridoi preferenziali o aree protette. Basterebbe rimuovere gli ostacoli, soprattutto culturali, che rendono più difficile per una donna affermarsi nel campo della ristorazione di alto livello”.
Il percorso di Cristina Bowerman, peraltro è stato molto particolare, perché l’incontro con i fornelli di alto livello è avvenuto solo in una seconda fase della sua vita. Nella prima, infatti, dopo la laurea in Giurisprudenza all’Università di Bari, Cristina ha vissuto a lungo dall’altra parte dell’Oceano, negli Stati Uniti, dove ha esercitato la sua professione di avvocato ma anche quella di graphic designer. È stato dopo una quindicina di anni che è scoppiato l’incantesimo che l’ha spinta a trasformare la passione per la gastronomia in una professione.
Sempre in America (a Austin, Texas, per la precisione), ha conseguito la laurea in Culinary Arts, perfezionando la propria disciplina e lavorando in particolare sulla concentrazione dei sapori. Nel 2005 si trasferì a Roma e dopo una prima esperienza al Convivio Troiani, è arrivata al Glass Hostaria, dove non ha tardato a raccogliere quei consensi e apprezzamenti che l’hanno portata alla prima Stella Michelin.
Ma nonostante la sua grande attenzione alla pluralità di genere, Cristina Bowerman non ritiene che la femminilità si trasferisca simmetricamente nella cifra stilistica di una Chef donna: “La mia cucina”, spiega, “è la cucina di Cristina. Punto. Non ci sono tratti maschili o femminili in uno stile gastronomico. Il problema (o l’opportunità) sta altrove, ossia nella possibilità offerta a tutti, ad armi pari, di cercare la propria strada in questo mestiere”.
Cosa consiglierebbe una ragazza che vorrebbe realizzare un sogno come il suo: aprire un ristorante dove esprimere le proprie qualità e la propria personalità? “Di puntare in alto e non perdere mai di vista il suo obiettivo”, risponde Bowerman, “perché tutte ce la possono fare, anche se non è certo facile: spesso le donne che si cimentano in avventure imprenditoriali devono scontare indifferenza e malevolenza: ecco, devono imparare a non dare peso a questi giudizi ingiustificati”.
“E bisogna fare attenzione”, avverte Cristina, “al fatto che nessuna conquista è per sempre; che il mondo è sempre pronto, soprattutto nei momenti di crisi, a fare marcia indietro, ad annullare le conquiste delle donne. Quindi non dobbiamo mai dare nulla per scontato e difendere sempre i passi avanti che siamo riuscite a fare”.