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Abbiamo incontrato Alice Ronchi, l’artista invitata dal Padiglione Piemonte al Vinitaly

Per il sesto anno consecutivo la Regione Piemonte ha rinnovato l’invito ad artisti contemporanei di fama internazionale per creare l’immagine del padiglione per il Vinitaly. Abbiamo incontrato l’artista invitata per quest’ultima edizione che si è concentrata sull’acino d’uva come principale elemento narrativo.
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Oltre 600 espositori piemontesi hanno occupato l’intero Padiglione 10 della 53° edizione del Vinitaly, che si è conclusa mercoledì a Verona. Una partecipazione, quella piemontese, forte e unitaria che si rinnova fin dalle prime edizioni dando continuità al rapporto di collaborazione tra le istituzioni piemontesi e le rappresentanze dei produttori. Al Vinitaly il progetto si esplicita nella collaborazione tra Regione Piemonte, Piemonte Land of Perfection e Unioncamere Piemonte, per organizzare la presenza di circa 200 produttori in un’area espositiva collettiva, dove si promuove l’immagine coordinata del sistema Piemonte. Per il sesto anno consecutivo, in collaborazione con la prestigiosa fiera d’arte contemporanea torinese Artissima, hanno rinnovato l’invito ad artisti a realizzare l’immagine della Regione Piemonte durante la manifestazione. L’artista scelta per questa edizione è un nome noto dell’ambiente: Alice Ronchi. Nata a Ponte dell’Olio nel 1989, ha conseguito un master presso il Sandberg Instituut di Amsterdam nel 2015 ed è stata in residenza presso il Vermont Studio Center nel 2017.

Per realizzare il progetto che rappresenterà il Piemonte al Vinitaly, Alice Ronchi ha concentrato la propria attenzione sull’acino d’uva, elemento da cui origina il lungo ed elaborato processo di produzione del vino che diventa simbolo iconografico di tutti i suoi raffinamenti.  Il singolo elemento, ripetuto innumerevoli volte, diventa un pattern astratto all’interno del quale è possibile perdere lo sguardo e allo stesso tempo concentrarsi sui dettagli.

Prima di tutto: Ti piace il vino? Qual’è il tuo vino preferito?

Mi piace molto il vino anche se ne bevo pochissimo. E’ difficile per me identificarne uno che vince su tutto, ho varie preferenze anche se ho un particolare amore per il dolcetto Dogliani di Poderi Einaudi.

Che cosa hai realizzato per il Padiglione Piemonte di Vinitaly?

Una grafica nata dal disegno di un acino d’uva sezionato, una mia personale interpretazione di quest’ultimo in chiave astratta e sovradimensionata. 

Da quando sei molto giovane hai sempre lavorato con dedizione per raggiungere risultati importanti. Quando hai realizzato che saresti diventata un’artista?

Più che averlo realizzato l’ho fortemente desiderato, ricordo dagli ultimi anni di Liceo. 

Dove è nata l’ispirazione per questo progetto?

Dal desiderio di partire dal principio e lavorare sull’unico elemento primario da cui tutta la raffinata elaborazione del vino ha inizio. Così come la spiga di grano diviene simbolo iconografico di tutte le sue raffinazioni, qui l’acino d’uva sembra avere simili aspirazioni, anche se un po’ più estroverso e con manie di protagonismo.

Come sono state le reazioni del pubblico della fiera?

Erano molto entusiasti, specialmente della scelta di lavorare sull’acino d’uva come unico elemento narrativo ma al contempo erano anche straniti e divertiti dalle grandi dimensioni di quest’ultimo, è stato molto bello. 

Se dovessi creare l’etichetta per il tuo vino cosa non potrebbe mancare?

Le stelle.

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