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Un nuovo ristorante riporta la creatività al centro della cucina

Si pensa di avere visto, provato e immaginato più o meno di tutto.

Sembra impossibile che, nel 2021, sia ancora… possibile (!) stupire, a tavola, con intelligenza, cultura, buon gusto e fantasia. Si pensa infatti di avere visto, provato e immaginato più o meno di tutto e, al massimo, ci si aspettano eleganti variazioni su temi già svolti. Invece non è così: provare per credere.

Parliamo di 142, il locale che Sandra Ciciriello ha aperto circa due anni fa a Milano e che, dopo le lunghe notti dei lockdown (durante le quali se l’è egregiamente cavata con un efficiente, curato e originale servizio di asporto e catering a domicilio), sta finalmente spiccando il volo. Come merita.
Innanzitutto, va detto che 142 non è solo un ristorante e questo si desume anche dal nome: “Il numero uno indica l’unicità dello spazio” spiega Sandramentre quattro sono i momenti della giornata ristorativa (colazione, pranzo, aperitivo e cena) in cui il locale si trasforma, adeguandosi ai vari contesti; due infine sono le componenti della nostra filosofia: attenzione alla cucina ma anche alla sala, su piano di parità”.

Con il passare delle ore, quindi, 142 cambia pelle: cambiano le luci, cambia la musica di sottofondo, cambiano i profumi e l’atmosfera e, in parte, cambiano anche le componenti d’arredamento. Quello che è costante è il calore dell’accoglienza, cordiale ma mai invadente, la competenza gentile del personale, l’attenzione ai particolari e la qualità estrema di quello che si offre ai clienti: dai dolci del laboratorio di pasticceria collegato al locale alla preparazione dei cocktail e soprattutto, ovviamente, alla ristorazione vera e propria.

Qui, la creatività intelligente di Sandra e della sua squadra si libera in una serie di preparazioni veramente stupefacenti, tutte collegate da un fil rouge sensoriale e di immagini, non dichiarato ma percepibile. Piatti di spessore e di forte personalità – uno per tutti, l’omaggio a Lucio Fontana: pregiate Acciughe del Cantabrico, disposte su un piatto rettangolare presentato al tavolo su un piccolo cavalletto, come un quadro, evocatore dei celebri tagli dell’artista argentino – proposti con la consapevolezza di chi sa di essere un punto di riferimento per la ristorazione del presente e del futuro.

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