Vendemmia anticipata fra i vitigni della Lombardia. Nel Bresciano e nel Pavese qualcuno aveva già iniziato da un paio di giorni prima di Ferragosto, mentre dopo, per le prime uve mature, la raccolta è scattata un po’ovunque sugli oltre 24mila ettari di vigneti della regione. Gli ultimi grappoli, per ragioni climatiche, sono quelli della Valtellina. Per tutti, la qualità si annuncia ottima e, nonostante la crisi, tengono le richieste dall’estero con l’export, in particolare Francia, Germania e Stati Uniti, che rappresenta un volume d’affari di 184 milioni di euro. Le denominazioni di origine sono il 59% della produzione totale, contro una media nazionale del 35%.
BRESCIA
In provincia di Brescia la vendemmia è già ampiamente terminata. L’inizio ufficiale è stato tra il 10 e il 20 agosto. Dai circa 2700 ettari di vigneto Franciacorta si è iniziato con la raccolta delle uve pinot nero e successivamente chardonnay e pinot bianco. Annata quindi record per qualità e quantità, è partita con queste premesse la raccolta uve in Franciacorta 2018, con l’avvio della raccolta nei vigneti della cantina Guido Berlucchi di Erbusco. Vendemmia anticipata rispetto alle altre aree della regione grazie al microclima che contraddistingue il Monte Orfano e che permette infatti di anticipare la raccolta di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. A far felice l’associazione dei coltivatori sono però anche le previsioni sulla produzione vitivinicola di quest’anno: “Per il Franciacorta il 2018 si prospetta una crescita in termini di qualità e quantità dell’uva di circa il 10-15% rispetto alla media degli ultimi anni”. Lo afferma Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia. “Per la nostra regione l’export vale più di 270 milioni di euro. Una produzione che potrebbe però avere un incremento addirittura del 30%, non possiamo che esserne fieri e orgogliosi”. La seconda vendemmia più importante, come tempistica, in provincia di Brescia, è stata quella del trebbiano di Lugana. Il trebbiano di Lugana ha maturazione più tardiva, quindi il raccolto avviene nello stesso periodo di maturazione delle uve rosse. Anche per queste uve si è previsto un anticipo rispetto allo scorso anno di circa una settimana. La Lugana, 1700 ettari, ha atteso, col nuovo disciplinare di produzione di quest’anno, due nuove tipologie di vino. Sul lago di Garda debutta quest’anno la denominazione di origine Valtènesi. L’intento di questa nuova denominazione è quello di avere un carattere maggiormente sperimentale teso alla valorizzazione dello storico vitigno autoctono Groppello.
PAVIA
Per le terre d’Oltrepò la vendemmia è stata effettuata nella settimana ferragostana con la classica raccolta delle uve – Pinot Nero e Chardonnay – per le basi spumante, con un lieve anticipo rispetto allo scorso anno. Anche qui si parla di un’ottima annata. L’estate non ha presentato temperature eccessivamente elevate e la maturazione delle uve ha progredito in condizioni climatiche favorevoli. Grazie ad una generale bassa pressione delle malattie, lo stato fitosanitario delle produzioni risulta essere ottimale. La provincia di Pavia, con quasi 3.000 ettari di Pinot Nero, è la prima zona, per estensione, in Italia e una delle zone più importanti a livello mondiale per la produzione di spumanti.
BERGAMO
L’annata si prospetta molto buona anche a Bergamo, visto il clima alterno sole-pioggia di questa stagione che ha favorito un’ottima crescita delle uve e che sta portando avanti la maturazione fenolica e zuccherina. Poi tra la fine di agosto e la prima decade di settembre sono stati raccolti il Pinot grigio, Pinot bianco e Chardonnay per la produzione del Valcalepio bianco DOC (circa 100 ettari) e le uve per l’incrocio Manzoni Doc e Terre del Colleoni bianco. Dalla metà di settembre a metà ottobre si procede con le uve Merlot, per chiudere con il Cabernet Sauvignon per il Valcalepio rosso Doc – circa 25.000 quintali di uva su 250 ettari. Sempre tra fine settembre e primi di ottobre si vendemmierà anche il Moscato di Scanzo (la più piccola DOCG d’Italia), il passito e il moscato giallo DOC Terre del Colleoni DOC e il passito e vini rossi storici come Marzemino, Franconia, e Incrocio.
MANTOVA
Nella zona dell’alto mantovano, a ridosso del Garda, si prevede una produzione di ottima qualità e abbondante. Produzione favorita da un andamento climatico stagionale ottimale, che garantisce uve sane – quest’anno soggette anche a minori trattamenti – con ottimi profumi e grado zuccherino elevato. Questa analisi riguarda in particolare le uve merlot, cabernet, pinot, sauvignon e chardonnay. Prospettive molto buone anche per i vini Lambrusco, la cui coltivazione avviene nel territorio del basso mantovano a ridosso delle provincie di Modena e Reggio Emilia. Con un leggero anticipo rispetto allo scorso anno sono state avviate le vendemmie entro i primi di settembre. I vigneti sono sani esenti da malattie funginee quali peronospora e oidio. Per quanto concerne l’export da tre anni anche il Lambrusco viene apprezzato in Europa, Spagna e Germania in particolare, e oltreoceano in Brasile, Messico e Stati Uniti.
SONDRIO VALTELLINA
In Valtellina si preannuncia, per il momento, buona ad esclusione delle zone interessate dalle grandinate di fine agosto e inizio settembre. Parliamo della zona del Sassella e IGT, dove è stato necessario effettuare diradamenti drastici e pulizia dell’uva al fine di permettere la maturazione ottimale dei grappoli rimasti. La raccolta si dovrebbe iniziare, ai primi di ottobre. Per le uve da Sforzato, come di consueto, la vendemmia comincerà verso la fine di settembre. La produzione è abbondante e di buona qualità ad eccezione, purtroppo, delle zone danneggiate dalla grandine. L’uva a DOC dovrebbe attestarsi, quindi, sui 45000 quintali per una superficie di circa 850 ettari.
SAN COLOMBANO
Per la vendemmia del San Colombano rosso bisognerà attendere fino a metà settembre inoltrata, mentre per le uve bianche la raccolta è già terminata. Si prospetta anche qui, una buona annata perché non sono state rilevate malattie sulle viti. Il tempo ha favorito la crescita delle uve grazie alle scarse piogge primaverili e a un giugno piovoso. Nella zona del San Colombano non si sono verificate piogge intense o grandinate che avrebbero potuto provocare danni pericolosi ai vigneti.