Isa Mazzocchi, chef di un ristorante stellato che si trova in un luogo incredibile (non semplice da trovare, avverte la Guida Michelin) perché Bilegno, frazione di Borgonovo Val Tidone, in provincia di Piacenza, è fuori mano e conta solo cento abitanti e La Palta – questo il nome del locale – è l’unica attività del piccolo centro, è la Chef Donna dell’edizione 2021 del Premio Michelin Chef Donna by Veuve Clicquot. È un riconoscimento importante perché la grande Maison lo ha creato per onorare Barbe-Nicole Ponsardin che rimasta vedova a 27 anni, nel 1805 prende le redini dell’azienda di famiglia fondata nel 1772 dal suocero e riesce a portare il suo prezioso vino in tutte le corti d’Europa, conquistando un posto d’onore nella storia, tanto che lo Champagne Veuve Clicquot diviene subito un mito.
Nell’ambito di una serie di iniziative che Veuve Clicquot ha intrapreso per invogliare le donne a prendere consapevolezza della loro fondamentale importanza anche nella cucina dell’alta ristorazione, nel 2017 è nato il Premio Chef Donna. Isa Mazzocchi è la quinta a conquistare l’ambito riconoscimento, e dopo tre premi consecutivi assegnati a tre validissime chef del Sud, riporta il trofeo al Nord e, appunto, in un posto incredibile per collocazione ma non per le emozioni che assicura a chi si siede ai tavoli de La Palta (in dialetto locale significa appalto, perché è nato nella rivendita di Sali tabacchi che il Monopolio dava in appalto). Qui i genitori di Isa avevano creato la loro trattoria di paese che con il suo inserimento, dopo un po’ di esperienze fuori regione e all’estero, da Gianfranco Vissani, Gualtiero Marchesi, Herbert Hintner e il grande Georges Cogny, arriva la stella Michelin. D’altronde Isa – sostenuta dalla sorella Monica e dal marito Roberto Gazzola – ha portato nel piacentino la nouvelle cuisine, adattandola alle materie prime locali. E, ci tiene a sottolineare che è tutto un lavoro di squadra, per cui, nel suo caso, il Premio Chef Donna non è assegnato ad una sola persona ma a più persone citando appunto sorella (colonna portante della sala) e coniuge (curatore di una bellissima carta dei vini con 800 referenze). Un team affiatato capace di fare arrivare in questo minuscolo paese una platea incredibile di viaggiatori golosi e, in particolare, quelli sempre alla ricerca di posti unici dove c’è qualche ristorante capace di emozionare e di lasciare ricordi indimenticabili. È proprio il caso di Isa Mazzocchi, schiva e riservata ma che in cucina mostra una grande caparbietà e una forza d’animo che gli ha permesso di ottenere grandi successi e, oltretutto, conciliando affetti e lavoro.
Il segreto? Sicuramente la professionalità poi l’organizzazione e infine la volontà di fare bene. Tant’è che Isa evidenzia “noi donne dobbiamo avere il coraggio di realizzarci nella vita e nel lavoro e senza rinunciare alla femminilità, non lasciarci spaventare dal timore di non riuscire. Il nostro lavoro dobbiamo viverlo con serenità, permettere che le cose vadano nel verso giusto. Non ho ricette da dare è semplicemente quello che ho fatto. Quando ho trovato l’amore della mia vita è venuto tutto da sé. Casa e bottega, lavoro e famiglia possono convivere seppur con tanti problemi”.
La Palta è un esempio concreto: “riuscire a far funzionare un ristorante qui, dove siamo, e farlo diventare quello che è, è stata la nostra follia”, dice Isa, parlando anche a nome della sorella Monica, visto che insieme, nel 1989, subentrarono ai genitori nella gestione della storica trattoria del paese, scegliendo un nuovo percorso, con un’alternanza di creatività e tradizione, utilizzando animali da cortile, erbe spontanee, pesce di fiume, salumi locali e tortelli. Il menù, infatti, trae ispirazione dal territorio e dalla bella stagione, dal toast di pane naturale con pesce gatto cotto e crudo e il gelato di piselli, ai tagliolini alle ortiche saltati con ragù di lumache e goletta (gola del maiale stagionata) e finito con i germogli crudi del pungitopo che conferisce note di liquirizia, dal coniglio affumicato con il legno di gelso servito con pesto di fave aromatizzato ai petali di rosa al piccione arrostito con melanzane alla fiamma e salsa alle acciughe, dal filetto di cavallo crudo maionese al gutturnio e radici di campo ai tortelli fritti al latte su zuppa di nespole e gelato al Vin Santo di Vigoleno.