Se è vero, come è vero, che il vino è l’espressione della personalità del suo artefice, la Cantina Marisa Cuomo di Furore, in provincia di Salerno, ne è la conferma più evidente. Tutto nacque infatti da una storia d’amore, sbocciata quaranta anni fa e che ancora resiste. Fu allora, infatti, che Andrea Ferraioli regalò alla sua sposa una piccola azienda vitivinicola volle che portasse il suo nome. Coltivata in uno dei posti più belli del mondo, l’uva cresce su suolo vulcanico ma aggrappata a rocce dolomitiche, esposta alla magica azione del sole e del mare della Costiera Amalfitana. Anche la cantina, estremamente suggestiva, è scavata nella roccia.
La storia di Cantine Marisa Cuomo
Nel corso del tempo, l’azienda è cresciuta, arrivando a estendere le sue vigne su 40 ettari terrazzati, con una produzione di circa 200 mila bottiglie (per il 65% di vini bianchi), suddivise in nove etichette DOC Costa d’Amalfi, con le sottozone Furore e Ravello.
“Un tributo a una terra generosa”
E già la meraviglia di questo contesto è una peculiarità di Marisa Cuomo: “Avviare un’attività agricola in una terra a vocazione turistica,” racconta Andrea Ferraioli, “è stata una scommessa ardita, che abbiamo vinto puntando sul lavoro, nostro e dei nostri collaboratori, e sulla tipicità dei nostri vini: prodotti di alta gamma, ottenuti interamente dall’allevamento di vitigni autoctoni. Un tributo a questa terra generosa, ma anche la chiave per il successo sulle tavole e sul mercato: è proprio la marcata identità dei nostri vini a permetterci di essere presenti sui più importanti mercati internazionali con il 20% della nostra produzione”.
Viticoltura eroica
Falanghina e Biancolella, Per ‘e Palummo e Aglianico, e poi Fenile, Ginestra e Ripoli, sono le nobili uve locali che concorrono a dare vita alla produzione di Marisa Cuomo. La sintesi tra antichi segreti tramandati da vinificatori del luogo e tecniche di elaborazione all’avanguardia, il talento dell’enologo Luigi Moio e lo scorrere del tempo fanno il resto.