Ricominciare dal Top. Ossia da un prodotto che è simbolo non solo di una delle più importanti Cantine cooperativistiche italiane, ma di una intera regione vitivinicola, l’Oltrepò Pavese. “Testarossa” – racconta Andrea Giorgi, presidente di Terre d’Oltrepo, la realtà alla quale fa capo il marchio La Versa – è certamente prima di tutto un grande spumante, vero e proprio prodotto iconico della nostra realtà; ma è anche molto di più: la nostra decisione di riproporlo al mercato (millesimo 2015), vuole quindi avere una valenza sociale, profonda, quasi sentimentale”. E, in effetti, il nuovo Testarossa, cuvée top di gamma di Santa Maria La Versa Metodo Classico, ha tutte le carte in regola per rinverdire i fasti di un passato che sembrava tramontato per sempre.
Come certi amori che, come cantava Antonello Venditti, “non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Questa prestigiosa etichetta torna oggi dai propri fedeli appassionati, che hanno legato alle sue bollicine ricordi di successi nella vita e nel lavoro, di belle serate, di festose ricorrenze e, per l’appunto, di grandi amori. “È dal 1989, ossia 30 anni fa – aggiunge Giorgi – che Testarossa La Versa è sinonimo di eleganza e distinzione”.
Un vino importante, fortemente voluto proprio per dare un segnale forte al mercato. In quest’ottica si legge la scelta di utilizzare in purezza il vitigno che nobilita i dolci colli a mezzogiorno di Pavia: il Pinot Nero. L’uva che regala i più pregiati vini del mondo: i grandi Champagne e i forse ancor più eccelsi rossi di Borgogna. Un vitigno internazionale, ma che in Oltrepò ha trovato una seconda casa, creando un legame indissolubile con un terroir che ne esalta le peculiarità, sia per la vinificazione in rosso sia per l’ottenimento di eccellenti spumanti: acidità e struttura, che sono le principali caratteristiche del Testarossa 2015, da poco sui sugli scaffali delle enoteche.