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I Grandi Vitigni e Territori dell’Abruzzo

L’Abruzzo enologico è una grande realtà: lo dimostra la crescita qualitativa supportata dall’interesse della critica e del mercato e dai successi riportati ogni anno nei concorsi nazionali ed internazionali. La valorizzazione del territorio e dei suoi vitigni autoctoni più importanti, unita ad una nuova generazione di enologi e di imprenditori vitivinicoli, rappresentano oggi i punti di forza.
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L’Abruzzo enologico è una grande realtà: lo dimostra la crescita qualitativa supportata dall’interesse della critica e del mercato e dai successi riportati ogni anno nei concorsi nazionali ed internazionali. La valorizzazione del territorio e dei suoi vitigni autoctoni più importanti, unita ad una nuova generazione di enologi e di imprenditori vitivinicoli, rappresentano oggi i punti di forza. Il Montepulciano, in particolare, è considerato da diversi anni uno tra i grandi vitigni a bacca rossa d’Italia e rappresenta più della metà della base ampelografica regionale, oltre ad essere il vitigno di riferimento della doc Montepulciano d’Abruzzo. Il vitigno bianco Trebbiano d’Abruzzo dà origine invece all’omonima doc, altra protagonista della storia vinicola della regione.

Il territorio abruzzese è naturalmente predisposto alla vitivinicoltura, collocato tra il mare Adriatico e i massicci del Gran Sasso d’Italia e della Majella, nell’ambito dei quali si snodano tre Parchi Nazionali e più di dieci tra riserve nazionali e regionali. L’Abruzzo può essere suddiviso in due zone: quella interna montuosa, che costituisce oltre il 65% dell’intero territorio regionale, e quella litoranea con l’ampia fascia collinare. Il clima si presenta piuttosto mite sul versante appenninico rivolto all’Adriatico, più continentale quello dei bacini interni. Nel complesso, quindi, si uniscono i vantaggi di una buona piovosità e di un’elevata insolazione ad un clima generalmente mite. Gli imponenti massicci del Gran Sasso e della Majella, siti a breve distanza dal mare (tra 30 e 40 minuti di automobile), generano forti escursioni termiche tra giorno e notte che, associate ad una buona ventilazione, garantiscono alla vite un microclima ideale per vegetare e produrre uve di straordinaria qualità.
  

LA PRODUZIONE

Presente da secoli nella Valle Peligna, in provincia dell’Aquila, la viticoltura abruzzese si è sviluppata soprattutto negli ultimi 40-50 anni: è pertanto una viticoltura giovane, specializzata, molto razionale, che ha via via abbandonato le aree più difficili per ridistribuirsi in quelle più vocate della collina litoranea. Rappresenta il comparto di maggiore importanza nell’ambito della produzione agricola regionale, conta 32.000 ettari di superficie vitata per una produzione annua di circa 3,5 milioni di ettolitri; la produzione di vini a denominazione di origine supera il milione di ettolitri, oltre 800.000 dei quali sono di Montepulciano d’Abruzzo e 166.000 di Trebbiano d’Abruzzo. Le aree produttive si concentrano per la quasi totalità nella zona collinare: in particolare, nella provincia di Chieti ricade oltre il 75% del territorio vitato, seguono Pescara e Teramo con circa il 10% cadauna ed infine L’Aquila con meno del 4%. La forma di allevamento maggiormente diffusa in Abruzzo è la pergola abruzzese, che rappresenta oltre l’80% del vigneto regionale, mentre nei nuovi impianti e reimpianti prevale nella maggior parte dei casi la forma a filare. Tra i vitigni più diffusi, come accennato, vi sono il Montepulciano, coltivato su circa 17.000 ettari, con un trend in continua crescita. Seguono i trebbiani con oltre 5000 ettari ed una serie di vitigni internazionali e autoctoni, tra i quali il pecorino, la passerina, la cococciola e poi il sangiovese, mentre i primi sono rappresentati principalmente da chardonnay, cabernet sauvignon, merlot. I tre quarti della produzione complessiva di vino in Abruzzo provengono da 40 cantine cooperative (32 delle quali operanti in provincia di Chieti) che, unitamente a quelle private, compongono un quadro di circa 250 aziende di trasformazione. Già dal 2004 il prodotto confezionato ha superato 100 milioni di bottiglie.
I mercati di riferimento per i vini abruzzesi, oltre a quello nazionale, sono: Germania, Stati Uniti, Canada. In forte crescita risultano essere il mercato inglese e quello dei Paesi del Nord Europa come Svezia, Danimarca, Norvegia, in virtù del buon rapporto qualità/prezzo dei prodotti.

MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC

Il Montepulciano d’Abruzzo è senz’altro il più rappresentativo tra i vini abruzzesi. Numerosi documenti storici dimostrano infatti che il vitigno Montepulciano è presente nella regione sin dalla metà del ‘700, dove ha trovato la sua terra d’elezione. Coltivato in passato nella Valle Peligna (provincia di L’Aquila) e nelle colline interne della provincia di Pescara, a partire dagli anni ‘50 la sua coltivazione si è estesa a tutta la fascia collinare litoranea ed oggi costituisce il principale vitigno rosso della regione. Il Montepulciano d’Abruzzo Doc viene ottenuto unicamente da vigneti ubicati in terreni collinari o di altopiano, la cui altitudine non deve essere superiore ai 500 metri s.l.m. ed eccezionalmente ai 600 metri per quelli esposti a mezzogiorno; la superficie iscritta all’albo si aggira sui 13.700 ettari. La resa massima di uva non deve superare i 140 q.li per ettaro mentre la gradazione alcolica minima deve essere pari all’11,5% vol. Il Montepulciano d’Abruzzo è ottenuto quasi esclusivamente dalle uve del vitigno omonimo, con l’eventuale piccola aggiunta (non più del 15%) di altre uve provenienti da vitigni a bacca rossa idonei alla coltivazione nel territorio della regione. Da solo rappresenta oltre l’80% del totale dei vini a denominazione prodotti in Abruzzo ed è tra i primi tre vini doc prodotti in Italia. Il Montepulciano è un vitigno vigoroso e mediamente tardivo, poiché la maturazione si colloca quasi sempre tra la prima e la seconda decade di ottobre. È adattabile a vari sistemi di coltivazione, resistente e generoso; dà origine a vini dalle caratteristiche organolettiche decisamente interessanti, di immediata piacevolezza se bevuto giovane (da sei-otto mesi sino a diciotto mesi dalla vendemmia), mentre dimostra la propria complessità se affinato a lungo, come avviene per la maggior parte dei prodotti di fascia alta, in botti di rovere.

IL CONSORZIO VINI D’ABRUZZO

Il Consorzio volontario di Tutela dei Vini d’Abruzzo è un organismo di carattere associativo senza scopo di lucro costituito tra le categorie professionali interessate alle denominazioni tutelate: viticoltore, vinificatore, imbottigliatore autorizzato. Con Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali è stato approvato lo statuto del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo con l’incarico allo svolgimento delle funzioni di tutela, di valorizzazione e di cura generale degli interessi connessi alle denominazioni da esso tutelate. Provvede, inoltre, agli adempimenti relativi alle proposte per la disciplina regolamentare delle rispettive D.O.C. e I.G.T. ed ha il compito di organizzare e coordinare le attività delle categorie interessate alla produzione ed alla commercializzazione di ciascuna denominazione ai fini della tutela e della valorizzazione delle stesse. L’attività di vigilanza dei Consorzio si svolge a livello tecnico, per assicurare corrispondenza tra gli adempimenti operativi cui sono tenuti i produttori e le norme dei disciplinari di produzione; e a livello amministrativo, per assicurare la tutela della denominazione dal plagio, dalla sleale concorrenza, dall’usurpazione e da altri illeciti. i compiti e le funzioni del consorzio sono diversi e di differente livello tutto è realizzato e perseguito con la massima determinazione, la stessa che i suoi associati, produttori viticoli, vinificatori ed imbottigliatori da sempre attenti alla qualità, mettono nel loro lavoro: dalla cura della vite alla scrupolosità nella trasformazione dell’uva, dalla diligenza nell’invecchiamento delle bottiglie all’attenzione per le esigenze del cliente.

 

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