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Durello: le preziose bollicine dei colli della Lessinia veronese

Se trentasei mesi vi sembrano pochi… potete sempre assaggiare un “sessanta mesi”! Ma non stiamo parlando di Prosciutto San Daniele o Parmigiano Reggiano. No. Qui di scena sono le bollicine. E i mesi non sono di stagionatura, ma di un invecchiamento particolare, quello del Metodo Classico, che vuol vedere il vino riposare sui lieviti, prima del dégorgement: per 36 o per 60 mesi!
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Se trentasei mesi vi sembrano pochi… potete sempre assaggiare un “sessanta mesi”! Ma non stiamo parlando di Prosciutto San Daniele o Parmigiano Reggiano. No. Qui di scena sono le bollicine. E i mesi non sono di stagionatura, ma di un invecchiamento particolare, quello del Metodo Classico, che vuol vedere il vino riposare sui lieviti, prima del dégorgement: per 36 o per 60 mesi!

Protagonista di questo riuscito esperimento vinicolo è un’uva autoctona del Veneto occidentale, in pratica la provincia di Verona: la Durella bianca, così chiamata per la vigoria della sua bacca, resistente alle malattie e alle intemperie.

La sua zona d’origine sono i monti Lessini, che guardano da settentrione la città di Romeo e Giulietta. Uva che, quando diventa vino, muta genere e diventa maschile: ed ecco quindi il Durello. Vino bianco, che è particolarmente interessante soprattutto quando, rifermentato in bottiglia, viene proposto nella versione spumante.

E la Cantina Fattori, che da tre generazioni opera a Terrassa di Roncà, ha voluto produrre due versioni di queste bollicine, denominate “Roncà Metodo Classico” Doc Lessini Durello Spumante: una – il “36 mesi” – che ha riposato sui lieviti per tre anni e, l’altra – il “60 mesi” – che si è affinato per un lustro. Entrambi, dopo la sboccatura, vengono fatti riposare per altri sei mesi, prima di essere messi in commercio.

Si tratta di due vini molto diversi tra loro: tanto quanto il “36 mesi” è giovanile e porta bene la sua età, il “60 mesi” è di una sorprendente complessità aromatica, tutta giocata sottotono, come si conviene a un vino di gran classe.

Due bollicine, il “36” e il “60”, adatte a occasioni di consumo differenti: più da brindisi augurale a inizio pasto, il primo vino, più da abbinamenti importanti o da meditazione, il secondo. Due vini che, degustati in sequenza, accompagnano magistralmente tutto il pasto.

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